Il riutilizzo dell’ex deposito ferroviario di Cotignola fa parte di un progetto pubblico sostenuto dal Comune relativo la riqualificazione dell’intera area del magazzino merci e della sua trasformazione in attività teatrale. Il progetto di recupero individua nella morfologia stessa dell’area ferroviaria uno dei temi di intervento.
La trasformazione della destinazione d’uso dell’area della ferrovia e dei suoi edifici in attività teatrali — esigenza condivisa dallo stesso Comune di Cotignola — solleva diverse riflessioni relative i modi di trasformazione.
Creare un luogo teatrale significa progettare uno spazio per la città, ovvero un luogo pubblico di carattere culturale: nel caso della trasformazione urbana di un ex deposito ferroviario e parte della ferrovia, si tratta di individuare quegli elementi che ne permettono una nuova identità.
Al fine della ricerca della nuova identità la riflessione progettuale è partita dall’evidente coniugazione del “luogo teatro” con gli “elementi urbani”. Se per un attimo ci si allontana dall’idea ottocentesca del teatro inteso come luogo architettonico chiuso, a se stante (contenitore – contenuto), dove la rappresentazione teatrale è circoscritta dentro la quarta parete (il pubblico), e si volge l’attenzione alle strutture teatrali precedenti quali quella medievale, oppure di altre civiltà come il teatro greco, il teatro elisabettiano (Globe) o il teatro Noh giapponese, ci si rende conto che si è di fronte a “ luoghi teatrali estesi”, ovvero spazi organizzati nello spazio (naturale o artificiale) e strutturati come sequenza di luoghi all’aperto e al chiuso ciascuno con propria funzione e identità.
Ovviamente, e seppur in questa circostanza affermato in maniera sintetica, la necessità di tali architetture nasce da una precisa intenzione comunicativa relativa il tipo di rappresentazione teatrale che sottende la dimensione del linguaggio dell’immaginazione che si instaura tra scena/attore e pubblico.
Nel caso del progetto del teatro binario, gli elementi urbani esistenti della ferrovia quali carri, vagoni, binari, deposito e piazzale vengono presi a prestito e utilizzati come partitura spaziale per la nuova composizione drammaturgica che si manifesta con le programmazioni teatrali che di volta in volta verificano possibilità differenti dell’uso dello spazio riutilizzato.
Dal punto di vista delle preesistenze infatti la presenza della ferrovia è uno degli elementi assunto come “memoria attiva“ del progetto attraverso l’utilizzo dei vagoni, “attori” principali dei luoghi destinati alle attività pubbliche, quali la caffetteria, spazio incontro e punto informativo, e ai servizi di supporto al teatro, come i depositi e i camerini.
Un altro elemento che il progetto ha individuato è la progettazione degli “spazi verdi”, ovvero dei luoghi della sosta e dello svago creati attraverso la proposta dell’utilizzo di materiali verdi come la sequenza di alberature e siepi, o la scelta di differenti tipi di materiali di calpestio, come la terra battuta, il prato, i sentieri in pavé. Il deposito ferroviario e il suo spazio antistante stimolano una riflessione riguardo l’uso della scena teatrale, e così, nell’immaginario del progetto il luogo dell’azione scenica viene proiettato all’esterno del deposito e raddoppiato e triplicato con nuove strutture leggere e sequenza di spazi scenici all’aperto, al coperto e al chiuso, tra loro connessi e comunicanti. La successione dei volumi e dei vuoti esistenti diventano i luoghi dove attori e pubblico, scena e edifici si confrontano e si confondono come luoghi della vita e della finzione.
La nuova identità è immaginata come una sequenza di spazi all’aperto e al chiuso, di materiali, di percorsi e luoghi di sosta dove pubblico e attori possono ciascuno recitare la loro parte.
L’intera area di progetto viene divisa spazialmente e funzionalmente in tre “bande” contigue e parallele alla linea ferroviaria: la banda del verde, la banda tecnica e la banda delle attrezzature. Ciascuno di questi spazi è caratterizzato da una propria specificità che corrisponde puntualmente alle esigenze relative al rinnovamento dell’area e alla sua nuova funzione di attività teatrale.
L’indoor stage è principalmente il luogo chiuso, l’ex deposito ristrutturato: si tratta di un unico spazio scenico dotato di elementi scenici, come i praticabili, in grado di garantire la flessibilità della scena e del pubblico. Internamente la sala è definita da un unico pavimento in legno di pioppo, tipico per palcoscenici teatrali. Nel perimetro del pavimento è realizzato un cavedio per l’alloggio di ritorni dell’impianto elettrico teatrale, coperto con ante incernierate sempre in legno di pioppo. Lo spazio scenico e lo spazio per il pubblico è flessibile, pertanto le sedute sono costituite dai praticabili mobili a tribuna, realizzati con struttura in ferro e piani orizzontali in legno, per un totale massimo di 90 posti a sedere. Le pareti interne della sala sono dotate di pannellature in griglia di ferro elettrosaldate e ancorate alle pareti stesse: hanno la funzione di superfici di ancoraggio per qualsiasi esigenza teatrale. La flessibilità della sala è garantita anche dalla riapertura di tutti i sei varchi di passaggio, alcuni dei quali erano chiusi: le due aperture sul lato ovest servono da collegamento con i vani tecnici e dei camerini, mentre le restanti aperture vengono utilizzate singolarmente o contemporaneamente come ingressi.
La copertura ristrutturata con le sue capriate diventa il luogo tecnico della graticcia. Il vagone a ridosso dell’indoor stage è di supporto tecnico per lo svolgimento dell’attività teatrale e pertanto gli interni sono stati progettati e allestiti per accogliere i camerini, i servizi igienici.
Il progetto prevede lungo l’area incolta l’organizzazione dell’ingresso principale pubblico, pedonale e la realizzazione di alcuni luoghi attrezzati alla pausa e alle attività all’aperto. Il camminamento in piano collega il cancello di ingresso alla rampa di accesso all’edifico teatrale e al futuro padiglione. Sempre all’ingresso una struttura in pali della vigna e rete di metallo contiene il nuovo canneto e definisce lo spazio di seduta della panca lunga 24 m, costruita in ferro e piano orizzontale in doghe di legno trattato per finitura esterne. Lateralmente all’edificio teatrale, viene realizzato il giardino evento (installazione artistica di paesaggio) caratterizzato dalla formazione di un pergolato verde: esso è costituito da un parterre in ghiaia a spacco di uso ferroviario sul quale sono posizionate 45 barre di ferro in verticale che sostengono, a quote differenti, i pannelli di rete elettrosaldata. L’intera struttura è di supporto all’edera rampicante piantata singolarmente accanto ad ogni barra. Il canneto e il giardino evento sono dotati di elementi di rifinitura, i catarifrangenti posizionati lungo le aste terminali in modo da riflettere la luce naturale del sole e quella artificiale notturna dell’area esterna del teatro, nel rispetto dell’orientamento delle percorrenze e delle soste.
Pao Atelier d’arte e di architettura.