ELISABETTA POZZI IN “Elena”
da Omero-Euripide-Seferis-Ritzos
Regia Andrea Chiodi – Drammaturgia e Musiche Daniele D’Angelo
Quattro premi Ubu, David di Donatello, premio Duse, sodalizi artistici con i più importanti nomi del panorama teatrale (da Squarzina a Lavia, da Albertazzi a Stein), Elisabetta Pozzi è tra le più importanti attrici di prosa del panorama nazionale. Sola in scena, la Pozzi dà corpo e voce alla disfatta di Elena, indaga l’universo e la mitologia femminile attraverso la poesia. La donna più bella del mondo, la dea contesa, è ora una vecchia, abbandonata, amareggiata, disillusa. Un’Elena inedita quella che si scopre ai nostri occhi nel monologo lirico, composto nel 1970, del poeta greco Ritzos. Lontana dagli stereotipi, è una donna del presente a noi più vicino, che valuta, ripensa la propria esistenza, seppur eccezionale! Nel poemetto, rivolgendosi ad un soldato, presenza muta, forse un vecchio amante che torna a farle visita un’ultima volta, lei stessa offre di se un ritratto assai impietoso. Circondata dal degrado, dal senso di vuoto, da ancelle irriverenti che le fanno dispetti. Cosa resta a questa Elena ora che la sua proverbiale bellezza è svanita? Condannata anche lei che fu simbolo di incanto e perdizione, ad un destino mortale. Eppure la vecchia Elena sa regalare memorie, riflessioni, immagini che il tempo non scalfisce e che rimarranno eterne.