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gen
19
sab
Infanzia felice
gen 19 alle ore 21.00

Sabato 19 gennaio ore 21.00

Antonella Questa in

Infanzia felice. Una fiaba per adulti

di e con Antonella Questa

ANTONELLA QUESTA - Infanzia Felice - foto di Antonio Ficai-9

 

 

 

 

 

 

 

 

Una maestra un po’ rigida, un gatto parlante, dei bambini capricciosi e viziati, una preside dedita all’aperitivo, una madre in carriera e un principe con la coppola azzurra come il mare, sono solo alcuni dei protagonisti di questa originale fiaba per adulti.

Un viaggio divertente all’interno della famiglia e della scuola di oggi, cercando di capire dove affondino le radici della rabbia che anima la guerra tra genitori e insegnanti e che spesso spinge i nostri bambini verso il bullismo.

ANTONELLA QUESTA - Infanzia Felice - foto di Antonio Ficai-4

 

 

 

 

 

 

 

 

Un modo per chiedersi cosa succeda oggi che le regole della antica “pedagogia nera” sono state ormai bandite sia in famiglia che a scuola. Oggi che nelle aule non ci sono più banchi disposti rigidamente in un solo senso o cattedre rialzate, che il maestro non usa più la bacchetta sulle dita e che i genitori si limitano alla sculacciata ogni tanto o al classico schiaffone per il quale “non è mai morto nessuno”.

Antonella Questa - Infanzia Felice - Inequilibrio XXI Armunia - foto di Daniele Laorenza 1

Ingresso Intero: 18 euro
Ingresso Ridotto (fino ai 26 anni e over 65):  16 euro

gen
26
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Trovata una sega
gen 26 alle ore 21.00

Sabato 26 gennaio ore 21.00

Antonello Taurino in

Trovata una sega!

Racconto su Livorno, Modigliani e lo “scherzo del secolo” dell’estate 1984

di e con Antonello Taurino

Trovata una sega 3

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando il caso incatena gli eventi meglio di uno sceneggiatore hollywoodiano. Più di trent’anni dopo, il racconto per “Attore e proiettore” sulla perfetta sequenza di eventi di quell’estate ’84. La leggenda la conoscevano tutti, a Livorno: nel 1909 Modigliani pare avesse gettato nel Fosso Reale alcune sue sculture, deluso per lo scherno di amici incompetenti che lo avevano deriso per quelle opere. Ma quando nel 1984, per celebrarne i cent’anni dalla nascita, il Comune (a latere di una mostra organizzata in suo onore), ne azzarda tra roventi polemiche il temerario recupero, avviene la pesca miracolosa di tre teste che porta davanti ai Fossi di Livorno le Tv di tutto il mondo! E subito i maggiori critici d’arte non hanno dubbi a sancire: “Sono dei capolavori, sono di Modigliani!”. Ma dopo un mese venne fuori che.. non eran proprio di Modigliani…

 

Trovata una sega 2

L’invasamento collettivo nel cortocircuito vero-falso e il mistero di alcune morti mai chiarite. Tre studenti burloni e un pittore-portuale dalla vita maledetta. Uno spaccato sociologico sull’Italia d’allora e tantissima, memorabile, comicità involontaria: ecco gli ingredienti di quello che fu definito “lo scherzo del secolo”.

Protagonista assoluto di questa storia è il Caso, che infilò in quell’estate una successione di eventi fortuiti talmente meravigliosa che la drammaturgia è già perfetta di suo. Alcune coincidenze sono così incredibili che si stenta a crederci: da lì, l’idea dello spettacolo per “Attore e Proiettore”, quasi che le immagini dell’epoca testimoniassero della veridicità degli episodi raccontati.

Dal comico al drammatico, dalla farsa alla tragedia, nella galleria di personaggi non manca davvero nessuno.

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SELEZIONATO PER IL FESTIVAL “KILOWATT 2014″
SELEZIONATO PER IL “FESTIVAL TRAMEDAUTORE – 2015”
PREMIO NAZIONALE “CALANDRA” – 2017 e “PREMIO MIGLIOR REGIA” e “PREMIO GIURIA POPOLARE”

“Non credo di esagerare nel dire che “Trovata una sega!” è uno spettacolo geniale. Divertentissimo, preciso, ironico: arrivi alla fine e vorresti che Antonello, unico attore/affabulatore in scena, continuasse a parlarci ancora della beffa!” (D. Daria, “CORRIERE DELLO SPETTACOLO”)

“Taurino rappresenta un autentico caso nel panorama teatrale italiano. In “Trovata una sega!” convivono meravigliosi momenti comici, gestiti con tempi perfetti, e ombre drammatiche o addirittura oscure. Taurino racconta per un’ora e mezza senza respiro, interpretando tutti i personaggi. Momento clou (da fare una “ola” per le troppe risate): la presa in giro dei massimi critici d’arte!” (M. Coralli, “MILANO TEATRI”)

“Trovata una sega! è uno spettacolo esplosivo e multiforme. Taurino da solo anima il palcoscenico, cambia continuamente voce, volto, ruolo; riempie il teatro con energia inarrestabile, precisione e al contempo assoluta levità, guidando lo spettatore tra la selva di date, nomi e particolari che costituiscono la vicenda. E si gode così di una performance che non solo intriga, ma fa ridere tanto, e davvero” (C. Campana, “RIVISTA ONLINE”)

“La celebre storia delle finte teste di Modì viene restituita con ironia a dispetto di un pattern di accadimenti molto complesso. Il “test” funziona in platea e nei passaggi più assurdi ma reali, sono numerosi i bisbigli, gli scuotimenti di capo, i «non ci posso credere»” (Andrea Pocosgnic, “TEATRO&CRITICA.net”)

Ingresso Intero: 16 euro
Ingresso Ridotto (fino ai 26 anni e over 65):  14 euro

feb
8
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Utoya
feb 8 alle ore 21.00

Venerdì 8 febbraio ore 21.00

Con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia in Italia

Teatro ATIR Ringhiera in

Utoya

di Edoardo Erba con la consulenza di Luca Mariani, autore de Il silenzio sugli innocenti

con Arianna Scommegna e Mattia Fabris

regia Serena Sinigaglia

A seguire:

Incontro con l’autore Luca Mariani

 

 

 

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Di fronte a un inferno che è difficile ricondurre a contorni umani, Edoardo Erba si serve della drammaturgia come dell’unico filtro efficace per scavare in ciò che non è comprensibile e non è narrabile: se non si può analizzare la vicenda a freddo, a scavare dentro di essa saranno le voci e i ricordi dei suoi protagonisti, tre coppie coinvolte in tre modi diversi nella strage.

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“…dopo il 2001 capire un evento è come entrare in un labirinto: il teatro può solo trovare personaggi in grado di percorrerlo e restituirlo attraverso la loro personalità e i loro rapporti. Per questo abbiamo scelto di osservare tre coppie coinvolte in modo diverso in quello che stava accadendo, in Norvegia, in quel terribile 22 luglio del 2011. Attraverso di loro ho spalancato una finestra di riflessione che, anche se non ci da’ tutto il filo per uscire da quel labirinto, almeno ne illumina alcune zone oscure con la luce della poesia”. Edoardo Erba

 

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Edoardo Erba in sorprendente maturità stilistica ci consegna un testo doloroso e incalzante. (Giornale.it)

 L’espediente drammaturgico funziona anche grazie alle notevoli interpretazioni – ma non è una novità – di Arianna Scommegna e Mattia Fabris. […] Una inquietantissima bolla capace di spiegare molto bene il tema in discussione. (Renzo Francabandera, Hystrio)

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Dopo lo spettacolo, il pubblico potrà incontrare Luca Mariani, autore del libro “Il silenzio sugli innocenti”, consulente di Edoardo Erba nella stesura del testo dello spettacolo. Ci saranno anche gli attori dello spettacolo, Arianna Scommegna e Mattia Fabris, coordinati da Matteo Cavezzali, direttore artistico del festival letterario ScrittuRa.

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Sarà anche possibile acquistare il testo “Il silenzio sugli innocenti. Le stragi di Oslo e Utoya”, vincitore nel 2014 della sezione saggistica del premio Giacomo Matteotti, con le seguenti motivazioni:

“Luca Mariani ha ricostruito il contesto e il contenuto della strage di giovani laburisti europei perpetrata da Anders Behring Breivik il 22 luglio del 2011. Un massacro, che Mariani in questo volume ricostruisce, mettendo a fuoco la precisione feroce con cui l’assassino ha scelto le sue giovani vittime, e apre uno squarcio su un episodio che ha trovato qualche impunito estimatore in una Europa oscura, minoritaria e violenta. Su queste correnti e idee Mariani fa luce, mostrando con il rigore della sua inchiesta la qualita’ di vigilanza richiesta alle coscienze democratiche che hanno unificato e pacificato il continente, nel segno di una fratellanza europea la cui difesa dal fanatismo e’ il fondo di questa analisi, meritando il premio Matteotti.”

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Ingresso Intero: 18 euro
Ingresso Ridotto (fino ai 26 anni e over 65):  16 euro

mar
2
sab
Rimbamband Show
mar 2 alle ore 21.00

Sabato 2 marzo ore 21.00

Raffaello Tullo in

Rimbamband Show

di Raffaello Tullo

con Raffaello Tullo, Renato Ciardo, Vittorio Bruno, Francesco Pagliarulo, Nicolò Pantaleo

Francesco Ricci

 

 

 

 

 

 

 

 

Un sassofonista rubato alla banda di paese, un contrabbassista stralunato, un pianista virtuoso, un batterista rompiscatole, un capobanda sempre più esaurito: la Rimbamband!

I cinque suonatori sognatori giocano con canzoni, con note, rumori, suoni, strumenti, immaginazione, corpo, parole e un po’ di genuina follia.

Francesco Ricci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sul palco rivivono i maestri veri: Buscaglione, Carosone, Gaber, Mozart, Rossini ma anche Jerry Lewis, Charlie Chaplin, Jaques Lecoq, in una sorta di cartone animato, immune dai limiti del “possibile”.

Lo spettacolo della Rimbamband è uno show fuori dai canoni convenzionali, oltre le righe. Un irresistibile mix di musica, mimo, clown, tip tap, teatro di figura, rumorismo, fantasia teatrale, parodie. Il tutto shakerato con un ritmo comico incalzante e servito con energia travolgente.

 

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“Fanno ridere a più riprese, ma è una cosa seria, come l’arte.” – L’eco di Bergamo

“La Rimbamband ha mostrato come è possibile fare cabaret e divertire usando la musica me testo e pre-testo, costruendo su celebri brani momenti esilaranti in cui i musicisti diventano attori, mimi e un po’ clown.” – La Provincia (Cremona)

“Tutti gli escamotage rivelano l’inventiva eccezionale, quando non in genio autentico della Rimbamband.” – Corriere dell’Umbria

“… riescono nell’impresa di incantare il pubblico con leggerezza e maestria suscitando risate al ritmo di pezzi di bravura e sospendono il tempo in una dimensione spensierata in cui ciascuno possa “ritrovare il proprio fanciullo perduto”. – Milano Teatri

Ingresso Unico: 18 euro

mar
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Lettere di oppio
mar 16 alle ore 21.00

Sabato 16 marzo ore 21.00

Tiziana Foschi e Antonio Pisu

Lettere di oppio

di Antonio Pisu

regia Federico Tolardo

 

Oppio_foto di Alessandro d'Urso leggera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una storia che fa divertire, appassionare e dividere, parlando di dinamiche tra esseri umani eterne nel tempo.

1860: il Regno Unito, a causa delle dispute commerciali per l’oppio, è in guerra con la Cina da diciotto anni. A Londra Margaret Wellington attende con ansia, da diversi anni, il ritorno dal fronte del marito George.

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A farle compagnia, nelle sue lunghe giornate di attesa e false speranze, è Thomas, un giovane, cinico ma fidato maggiordomo, il cui compito è quello di rassicurare costantemente Margaret, leggendo e interpretando la corrispondenza del marito in guerra. Quello che la signora Wellington ignora è che il marito è deceduto, ma Thomas, per paura di  perdere il lavoro, le legge delle finte lettere scritte da lui stesso.

 

Oppio

 

 

 

 

 

 

I pensieri dei due protagonisti si sfidano, instaurando un rapporto intimo, divertente ma soprattutto profondo.

 

Ingresso Intero: 18 euro
Ingresso Ridotto (fino ai 26 anni e over 65):  16 euro

apr
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Ritratto di donna araba che guarda il mare
apr 5 alle ore 21.00

Venerdì 5 aprile ore 21.00

Lab Centoventuno in

Ritratto di donna araba che guarda il mare

di Davide Carnevali – testo vincitore del 52° premio Riccione per il teatro

con Alice Conti, Michele Di Giacomo,  Giacomo Ferraù e Giulia Viana

regia Claudio Autelli

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Un testo sulla condizione della donna e sul potere dell’uomo. Una lotta verbale che genera distanza e alimenta incomprensioni. Una riflessione non scontata su migrazione e scontri tra culture culture, e allo stesso tempo un’esplorazione della possibilità del tragico nella contemporaneità.

Un europeo, un turista, in una città del Nord Africa incontra una giovane donna una sera al tramonto, in riva al mare.

Sembra volerla amare ma lei rifiuta il ruolo di preda. Poi tutto si rovescia, ed è la donna a condurre il gioco. La lingua araba è per entrambi la lingua delle emozioni, il francese quella della ragione. Un finale ambiguo corona quest’esercizio drammaturgico di Davide Carnevali sull’idea del tragico nella contemporaneità, forse sui presupposti incompresi degli scontri di culture.

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Quello di Carnevali è un testo fortemente allegorico. L’uomo europeo e la donna araba portano con loro i valori di culture differenti, di popoli per sensibilità lontani tra loro, ma accomunati dal fatto di affacciarsi sul Mediterraneo. Culla dell’Europa e allo stesso tempo campo di conquista: militare, politica ed economica da parte dell’occidente.

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[…] Impastato di freddezza e sensualità, nutrito di un sentimento tragico del reale e percorso da un linguaggio dalla elegante e tersa geometria (con evocative ripetizioni stilistiche, variazioni e nuance), il raffinato e personalissimo sguardo dell’autore, che si serve di una visionarietà vivida e capace di dare consistenza teatrale alla narrazione, si posa sull’immedicabile distanza che ostacola ogni possibilità d’incontro tra esseri umani, per poi raggelarsi in un finale dalla apparente quiete, insieme funerea e rassicurante («Niente. Non è successo niente»).
Dalla motivazione della giuria del Premio Riccione

Il testo, intelligente e ben scritto, pone l’accento sulla diversità di culture e la difficoltà di comunicazione,
nessuno sembra in grado di spostare se stesso dalle proprie certezze, dalla propria visione del mondo […].
Autelli pone gli attori seduti intorno a un plastico di una città mediorientale che ripreso da una telecamera da angolazioni diverse, proietta su uno schermo sul fondo ambienti differenti popolati dai personaggi. Una buona scelta che sembra catturare l’immobilismo nascosto di questa corsa verso l’altro. Una corsa sul posto.
Magda Poli – Corriere della Sera

[…] colpiscono il dosaggio sapiente di pause, ripetizioni, prospettive incrociate, la non indulgenza al sentimentalismo, la dimensione mediterranea ma come raggelata a temperature nordiche. La regia di Autelli ne asseconda la struttura formale con un impianto volutamente statico. A muoversi sono soprattutto le parole e le loro traiettorie ambigue dentro geometrie impreviste dove la stessa frase cambia di segno a seconda del personaggio che la pronuncia. Misurati e consapevoli, gli attori dicono battute e didascalie, mentre il modellino in scala della città ripreso da una telecamera precipita lo spettatore in un’ipnotica illusione visiva. Tutto tenuto a distanza, eppure perturbante.
Sara Chiappori – La Repubblica

[…] L’ambiguità permea in profondità la scrittura di questa pièce di Davide Carnevali, ne riflette la sostanza più autentica. Quelle situazioni dai contorni indefiniti, quelle conversazioni che assumono di continuo contenuti diversi a seconda di chi parla e di chi ascolta, sono per l’autore la metafora di una distanza più assoluta: sono la cifra di un’incapacità di comunicare fra popoli diversi […].
La raffinata regia di Claudio Autelli prolunga questa dimensione mentale del testo ambientandone gli sviluppi in una sorta di città-miraggio, un ambiente urbano in miniatura ricostruito su un tavolino al centro della ribalta, con modellini di edifici che vengono ripresi da una videocamera e proiettati su uno schermo. […] Gli attori, disposti attorno al tavolino, danno vita con bella intensità a un’azione immobile, che si sviluppa unicamente attraverso il concatenarsi evocativo delle parole.
Ne deriva una parabola tesa, inquietante, uno spietato teorema esistenziale che si trasforma in un pungente monito a guardarsi da generalizzazioni e luoghi comuni.
[…] Lo spettacolo mi è piaciuto per l’atmosfera sospesa, per l’abile tecnica compositiva che alterna di continuo la forma drammatica a quella narrativa, lo scambio verbale fra i personaggi e la mera descrizione di ciò che fanno o intendono fare.
Renato Palazzi – delteatro.it

Ingresso Intero: 16 euro
Ingresso Ridotto (fino ai 26 anni e over 65):  14 euro